Con il termine “forasacco” vengono generalmente indicate le ariste di Poaceae o Graminacee, una famiglia di piante angiosperme monocotiledoni (piante erbacee a larga diffusione ambientale) appartenenti all'ordine Cyperales.
La sistematica di questa numerosa famiglia è complessa; comprende 500 generi e tra 5000 e 9000 specie di cui circa 350 italiane.
I fiori sono sempre raccolti in infiorescenze denominate “spighette”, distintive della famiglia, e riunite a loro volta in infiorescenze denominate:
spighe (quando le spighette sono sessili cioè si inseriscono sull’asse principale dell’infiorescenza senza peduncoli).
pannocchie (quando le spighette sono inserite per mezzo di un peduncolo ramificato).
racemi (quando le spighette sono inserite per mezzo di un peduncolo non ramificato).
Le piante appartenenti a questa famiglia sono molto diffuse nella regione mediterranea allo stato spontaneo e, pur localizzandosi soprattutto in ambienti aperti, occupano praticamente tutti i tipi di habitat, dai boschi ai luoghi umidi, dalle dune sabbiose agli ambienti rurali. Si spingono a tutte le latitudini, con notevole escursione altimetrica, inoltre si adattano anche ai climi aridi.
Data la loro notevole diffusione ed adattabilità ambientale, è possibile ritrovarle in quasi tutti i giardini, nei parchi all'interno di grosse città e nei fossati o camminamenti ai lati di strade rurali e cittadine.
Queste piante sono presenti sul territorio durante tutto l'anno, mentre le loro infiorescenze sono presenti solamente nel periodo estivo (Giugno-Settembre).
L'attenzione posta su questa famiglia vegetale deriva dalla pericolosità che le ariste (forasacchi o spighette) rappresentano per i nostri animali domestici.
Le ariste presentano tra loro una forma simile con barbe rigide che impediscono il movimento retrogrado; una volta penetrate in un tessuto si spostano soltanto in avanti, facilitate dai movimenti muscolari e dall'azione di grattamento dell'animale.
La penetrazione di questi corpi estranei in un tessuto determina dolore e prurito, a volte molto intenso; progredendo verso l'interno, le ariste possono indurre iperemia (arrossamento dei tessuti) e ulcerazione (distruzione del tessuto), spesso seguite da scolo purulento e/o sanguinamento profuso e proliferazione batterica secondaria.
Tutti gli animali domestici possono venire a contatto con i “forasacchi”, in particolar modo cani e gatti che vivono all'aperto. I cani più a rischio sono cani da lavoro (caccia), ma il rischio permane anche per un cane domestico che viene portato in passeggiata in parchi cittadini o a contatto con viali o fossati erbosi.
Le ariste possono penetrare nell'organismo animale in vari modi:
attraverso la cute degli spazi interdigitali, con conseguente migrazione nell'arto interessato e formazione di un tragitto fistoloso dolente, con possibile fuoriuscita di sangue e materiale purulento;
attraverso la cute del fianco, con conseguente migrazione nei muscoli della parete addominale e formazione di un tragitto fistoloso o di un ascesso; in questo caso possono raggiungere la colonna vertebrale e causare spondiliti (infezioni delle vertebre) e discospondiliti (infezioni dei dischi intervertebrali);
migrazione lungo il padiglione auricolare e ingresso nel canale auricolare, con conseguente otite esterna monolaterale; questo determina prurito e dolore dell'orecchio interessato con frequente scuotimento della testa e, a volte, fuoriuscita di sangue dal canale auricolare; nei casi più gravi si può avere perforazione del timpano e conseguente otite media;
inalazione e conseguente ingresso in una delle cavità nasali con migrazione lungo la mucosa nasale; questo determina insorgenza di accessi di starnuti, spesso con fuoriuscita di sangue, scuotimento della testa e grattamento del muso.
In presenza di manifestazioni quali:
starnuti prolungati (con presenza o meno di sangue);
scuotimento della testa;
grattamento del muso (a terra, su oggetti o con le zampe) o dei fianchi;
mordicchiamento delle dita;
soprattutto se il vostro animale domestico è stato a contatto con zone di prato incolte, rivolgetevi immediatamente al vostro veterinario di fiducia per effettuare una visita ed individuare la causa del sintomo.
La tempestività, in caso di “forasacchi”, è fondamentale, in quanto si limita il tempo di azione e di spostamento dell'arista nel tessuto dell'animale, rendendo più facili le tecniche di rimozione e riducendo i danni sull'animale.
Aspettare, anche solo poche ore, può rendere necessaria l'asportazione del corpo estraneo mediante rinoscopia o intervento chirurgico (soprattutto per penetrazione nella cavità nasale o nel canale auricolare).
Durante il periodo estivo è importante controllare le zone di verde attorno alle proprie abitazioni ed cercare di evitare di portare i cani in aree con presenza di graminacee mature (cioè con spighe di colore verde chiaro-giallo).
In ogni caso è sempre consigliato effettuare un controllo accurato delle zone del corpo a rischio, quali spazi interdigitali, fianchi e padiglioni auricolari (soprattutto per i cani con padiglioni lunghi e pendenti, che strisciano toccando il suolo), al rientro da ogni passeggiata.
E' molto utile anche tenere spazzolati accuratamente gli animali (sia cani che gatti), soprattutto quelli con pelo molto lungo e folto, in quanto le ariste si attaccano prima la pelo e poi iniziano a migrare nei tessuti, perciò la spazzolatura diventa un passaggio chiave per la loro eliminazione precoce.
(Da: Dermatologia del cane e del gatto – T. Nuttall, R. G. Harvey, P.J McKeever e da: Malattie dell'orecchio del cane e del gatto – R. G. Harvey, J. Harari, A.J. Delauche)