La leishmaniosi è un'importante patologia dei cani, endemica nelle aree mediterranee d'Europa, del Medio Oriente e in molte aree tropicali e subtropicali del mondo. In Italia è diffusa in tutta la costa tirrenica, ionica e adriatica fin sopra al Gargano; focolai si riscontrano in tutte le isole maggiori e minori. In pratica, le zone dal livello del mare a 400-600 metri di altitudine, rappresentano u sito potenziale di trasmissione. Nell'ultimo decennio si è verificata un'ulteriore diffusione della patologia in aree un tempo ritenute indenni come Liguria, Veneto, Piemonte, Valle d'Aosta, Emilia Romagna e Lombardia.
L'agente causale della patologia è un protozoo (parassita intracellulare dei macrofagi e delle cellule dendritiche del cane, dell'uomo e di numerosi animali selvatici) del genere Leishmania spp. ed è trasmesso da un vettore del genere Phlebotomus spp., all'interno del quale i protozoi si moltiplicano e si trasformano in organismi infettivi. Le due specie responsabili della leishmaniosi nel cane sono: Leishmania infantum, localizzata nel Mediterraneo, in Medio Oriente e Africa, e Leishmania chagasi, localizzata in America.
Il lungo periodo d'incubazione della malattia (fino a 6 anni o più) può far sì che trascorra molto tempo dall'inizio della patologia clinicamente manifesta all'anamnesi di quarantena o di viaggio in un'area endemica. Nelle aree endemiche i cani sono esposti molto precocemente all'infezione; alcuni sviluppano un'immunità protettiva, altri infezioni subcliniche, che possono avere ricadute successive, e altri la classica sindrome clinica. La comparsa delle manifestazioni cliniche dipende dalla capacità del parassita di replicare nell'organismo del mammifero eludendo le difese immunitarie. La malattia ha un decorso crescente e decrescente e c'è solitamente un'anamnesi di letargia non specifica, di polidipsia (aumento della sete) e anoressia. La sintomatologia è estremamente variabile, ma alla visita clinica i riscontri più comuni sono i seguenti:
Anche se l'animale colpito in genere presenta una combinazione di più segni clinici, è possibile osservare anche un solo sintomo. L'anoressia colpisce spesso i soggetti con insufficienza renale, mentre la febbre può essere dovuta anche ad infezioni concomitanti di altri parassiti o ad infezioni batteriche secondarie. I segni cutanei sono molto comuni e la dermatite esfoliativa produce caratteristiche scaglie argentee che sono predominanti sul naso, nella regione perioculare e sul padiglione auricolare.
Un rilevante riscontro clinico-patologico, a seguito di una elettroforesi delle proteine sieriche, è la significativa iperglobulinemia causata da una massiva produzione di Ɣ-globuline (gamma-globuline). La diagnosi è basata sulla dimostrazione del parassita in aspirati linfonodali o midollari in associazione a segni clinici tipici.
Non esiste ancora un protocollo terapeutico che sia efficace, sicuro, economico e facile da somministrare, né una vaccinazione. Tuttavia, tramite l'applicazione di corretti protocolli terapeutici è possibile controllare i segni clinici dell'infezione per periodi anche prolungati e, in taluni casi, raggiungere la guarigione clinica. Attualmente vengono utilizzati quattro farmaci nella terapia della Leishmania:
La prognosi dipende dalla gravità delle disfunzioni organiche al momento della diagnosi. La prognosi per la guarigione è sempre riservata, anche quando la prognosi per il controllo delle manifestazioni cliniche della malattia è favorevole.
La profilassi si basa esclusivamente sul controllo della popolazione del vettore e sull'evitare il contatto fra quest'ultimo e l'ospite. Il flebotomo è più attivo al tramonto e nelle prime ore del mattino, quindi risulta utile tenere il cane in ambiente chiuso durante la notte unitamente all'uso di sostanze repellenti direttamente sull'animale e sostanze insetticide ambientali. Un altro metodo di prevenzione può essere l'utilizzo di zanzariere alle finestre, che devono avere un diametro dei fori inferiore al millimetro, per poter fermare i flebotomi, in quanto questi insetti hanno una dimensione inferiore alle comuni zanzare.
E' importante infine ricordare che il cane rappresenta il serbatoio principale per Leishmania infantum e chagasi e la presenza di cani infetti costituisce una fonte continua di infezione, non solo per altri cani, ma anche per l'uomo.
(Da: Clinica delle malattie infettive del cane e del gatto – I. Ramsey e B. Tennant e da: Parassitologia veterinaria – G.M. Urquhart, J. Armour, A.M. Dunn e F.W. Jennings)