La rabbia è una patologia di importanza mondiale. Il virus viene inoculato nel tessuto muscolare attraverso il morso, dal quale migra al SNC attraverso i nervi periferici. Una volta arrivato nel SNC, la replicazione avviene inizialmente nella materia grigia e in seguilo il virus si dissemina rapidamente all'interno della materia bianca. Successivamente il virus diffonde per via centrifuga lungo le vie neuronali fino alle ghiandole salivari, alle sierose, al cuore e alla cute. Qualsiasi mammifero può essere infettato dal virus della rabbia e nella maggior parte delle aree nel mondo dove è presente la rabbia, l'infezione viene mantenuta da reservoir selvatici. Nella maggior parte dell'Europa la rabbia si riscontra principalmente nelle volpi, mentre cani, bestiame, cavalli e uomo sono considerati ospiti definitivi aberranti. La vaccinazione per via orale eseguita per 12 anni fino al 1997 ha determinato la diminuzione del 65% dei casi di rabbia nelle volpi. In altre parti del mondo, in particolare in India, Asia, Africa e America centrale e meridionale, i cani sono il principale serbatoio di rabbia. In Europa, la Turchia è il solo paese dove i cani rappresentano il serbatoio della rabbia. Un'indagine di 10 anni relativa allo studio dei pipistrelli non è stata in grado di dimostrare alcuna evidenza di rabbia in questi animali.
Il periodo di incubazione è molto variabile (da 12 giorni a un anno), ma il periodo medio è di 4-6 settimane. Il periodo di incubazione è minore quando la dose di virus iniziale è maggiore o quando il morso avviene a livello di collo o testa. La sintomatologia clinica viene tradizionalmente divisa in una forma furiosa encefalitica e in una forma muta paralitica; in ogni caso la distinzione spesso non è così chiara ed entrambe le presentazioni progrediscono verso paralisi, coma, insufficienza circolatoria e morte. Gli animali che sviluppano una risposta immunitaria sembrano sviluppare la forma furiosa e morire più rapidamente. La forma muta è meno comune nei gatti. Segni precoci sono ipertermia, eccitazione e nervosismo. Altre alterazioni dei comportamenti includono ipersensibilità, vocalizzazioni anormali, alterazione del comportamento sessuale e atteggiamento di attaccare/mangiare oggetti inanimati. Nella forma muta il soggetto è letargico, sebbene possa lo stesso morsicare. Si possono osservare segni relativi all'interessamento dei nervi craniali come disfonia (alterazione delle vocalizzazioni) e disfagia (che determina li comparsa di intensa scialorrea). La debolezza fino alla paralisi può colpire l'arto morsicato e progredire a coinvolgere tutti gli arti e i mucoli faringei e respiratori; raramente insorgono convulsioni.
La ricerca degli antigeni virali attraverso il test di immunofluorescenza eseguito a livello dell'encefalo refrigerato è la tecnica di elezione per la diagnosi dopo la morte del soggetto colpito da rabbia. Sono inoltre disponibili test eseguibili prima della morte, ma raramente sono affidabili e possono essere effettuati a livello di liquido cefalorachidiano, saliva, siero, strisci citologici dalla mucosa nasale, biopsie corneali e cutanee.
Non esiste trattamento per la rabbia, che è sempre invariabilmente mortale.
Sempre infausta.
La vaccinazione è efficace per prevenire la rabbia e dovrebbe essere effettuata in tutti i cani e i gatti di paesi dove la malattia è endemica. In Italia sono disponibili vaccini inattivati per l'uso nel cane e nel gatto. Nel 2009 sono stati riscontrati nuovi casi di rabbia nei selvatici nelle regioni del nord-est italiano, in particolare in Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli; dalla fine dello stesso anno è divenuta nuovamente obbligatoria la vaccinazione per i cani, i gatti e i furetti che vivono o devono recarsi in tali zone.
La rabbia è una patologia soggetta a denuncia; chiunque venga a conoscenza o sospetti che un cane abbia la rabbia deve notificarlo immediatamente alla polizia o al proprio ufficio di divisione veterinaria locale. Se un uomo viene morso da un animale sospetto rabido la ferita dovrebbe essere lavata immediatamente e aggressivamente con una soluzione saponata al 20% o con composti dell'ammonio quaternario. Deve essere richiesto un intervento medico mentre si stanno pulendo le ferite. Il maggiore successo si ottiene con la vaccinazione immediata combinata con l'inoculazione di immunoglobuline umane contro la rabbia, sebbene l'immunizzazione passiva non sia sempre necessaria.
(Da: Clinica delle malattie infettive del cane e del gatto – I. Ramsey e B. Tennant)